Francesco Schettino, ex comandante della Costa Concordia, si presenta domani davanti al tribunale per l’udienza sulla richiesta di semilibertà
Il naufragio della Costa Concordia rappresenta una delle tragedie marittime più gravi nella storia recente dell’Italia. La sera del 13 gennaio 2012, la nave da crociera urtò uno scoglio nei pressi dell’Isola del Giglio, causando la morte di 32 persone. L’evento scosse profondamente l’opinione pubblica e portò a un lungo iter giudiziario che culminò con la condanna del comandante Francesco Schettino.
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Il contesto del naufragio
La Costa Concordia, al momento dell’incidente, stava effettuando una manovra nota come “inchino”, avvicinandosi pericolosamente alla costa dell’Isola del Giglio. Questa pratica, sebbene spettacolare, comportava rischi significativi. La nave urtò uno scoglio sommerso, provocando una falla nello scafo e il successivo naufragio. Le operazioni di evacuazione furono caotiche e disorganizzate, contribuendo al tragico bilancio delle vittime.
Francesco Schettino fu accusato di omicidio colposo plurimo, naufragio colposo e abbandono della nave. Il processo, seguito con grande attenzione mediatica, si concluse nel 2015 con una condanna a 16 anni di reclusione. La sentenza divenne definitiva nel 2017, quando la Corte di Cassazione confermò le decisioni dei precedenti gradi di giudizio. Da allora, Schettino è detenuto presso il carcere di Rebibbia a Roma. Come riportato da Sky e adnkronos.com
La richiesta di semilibertà per Francesco Schettino
Dopo aver scontato metà della pena, Schettino ha maturato il diritto di richiedere misure alternative al carcere. La sua legale, ha presentato un’istanza di semilibertà, che permette al detenuto di lavorare all’esterno durante il giorno e rientrare in carcere per la notte. L’udienza per valutare questa richiesta è fissata per il 4 marzo 2025 presso il tribunale di sorveglianza di Roma. Se concessa, Schettino potrebbe iniziare un percorso di reinserimento sociale, svolgendo attività lavorative esterne.
La notizia dell’udienza ha suscitato diverse reazioni. Alcuni ritengono che, avendo scontato una parte significativa della pena e mantenuto una buona condotta, Schettino abbia diritto a misure alternative. Altri, soprattutto tra i familiari delle vittime, esprimono dolore e contrarietà, ritenendo che la gravità dei fatti richieda l’espiazione completa della pena in carcere.
L’attesa per la decisione del tribunale
Il 4 marzo rappresenta una data cruciale per Francesco Schettino. Il tribunale di sorveglianza di Roma dovrà valutare se concedere la semilibertà, tenendo conto della condotta tenuta in carcere, delle attività svolte e dell’eventuale pericolosità sociale residua. La decisione avrà un impatto significativo non solo sulla vita dell’ex comandante, ma anche sulla percezione pubblica della giustizia in relazione a eventi di tale portata.
L’udienza del 4 marzo segnerà un momento decisivo nel percorso giudiziario di Francesco Schettino. La concessione o meno della semilibertà sarà il risultato di una valutazione complessa, che dovrà bilanciare le esigenze di giustizia, la riabilitazione del condannato e il rispetto per la memoria delle vittime del naufragio della Costa Concordia.